Incontri ravvicinati con la fauna locale
In questa sezione sono presenti immagini, video e brevi descrizioni
riguardanti gli incontri più significativi avvenuti con gli animali del nostro territorio.
I giovani tassi (Meles meles )
La famiglia di Burchvif si allarga! Immagini dalle oasi ci raccontano che mamma tasso
ha dato alla luce almeno tre cuccioli che qualche notte fa sono stati ripresi dalla fototrappola mentre esploravano
e giocavano nel bosco, nelle vicinanze della tana.
Il Tasso (Meles meles )
La fototrappola installata in una delle nostre isole di natura questa volta ha ripreso un tasso intento a raccogliere foglie secche per preparare la tana per l'inverno.
Se dovessimo prevedere la rigidità del prossimo inverno in relazione alle foglie raccolte dovremmo aspettarci temperature polari.
I viaggi con il carico di foglie, infatti, sono stati veramente numerosi e sono proseguiti per quasi una settimana.
La volpe (Vulpes vulpes )
Questa volta è toccato alla volpe essere ripresa dalla fototrappola del Burchvif in una delle nostre oasi. Il filmato è bello e lei, la protagonista, si è soffermata nel raggio delle riprese per il tempo sufficiente a farsi ammirare, anche se stando sempre sul "chi vive".
L'abbiamo soprannominata "calzini spaiati"; il motivo è facilmente comprensibile vedendo le riprese.
Macaone (Papilio machaon )
Nel Giardino delle Farfalle del Campo della Ghina prosperano numerosi i bruchi di macaone, trovando cibo sui finocchi selvatici messi a dimora appositamente per loro.
Uno dei bruchi è stato ripreso dal Povr'om Alberto mentre divora ad una velocità esagerata intere corolle di fiori, per poi cadere in un sonno profondo.
Il moscardino (Moscardisu avellanarius )
Durante l'annuale censimento delle cassette nido installate nelle Oasi dell'associazione,
i giovani volontari di Burchvif hanno trovato all interno di una di esse un simpatico moscardino
in letargo che "russava". Maneggiato con tutte le cure del caso hanno realizzato questo breve
filmato prima di rimetterlo all' interno della cassetta nido che lo terrà al riparo fino alla primavera
quando si risveglierà dal letargo.
Il Ramarro (Lacerta viridis )
Alzi la mano chi, tra i lettori, ha visto un ramarro. Siamo pronti a scommettere che pochi o pochissimi potranno farlo. Il motivo è semplice: di ramarri, in giro per le nostre campagne, non ce ne sono quasi più.
Anche loro hanno subito l'ingiuria della distruzione degli habitat, delle prede avvelenate dai pesticidi e, in genere, delle tecniche agronomiche oggi in uso. E' per questo che, qualche giorno fa, quando al Campo della Sciura, ne abbiamo contati almeno cinque (due coppie di adulti e un giovane dell'anno scorso) in uno spazio abbastanza ridotto non stavamo più nella pelle per la soddisfazione.
Da un lato la soddisfazione nasceva dall'osservazione in sé: una visione non frequente di animali molto belli, colore smeraldo; dall'altro nasceva per la gratificazione per il nostro lavoro di conservazione.
Sapevamo (sappiamo) che i ramarri prediligono terreni leggeri, coperti da arbusti, rovi e ramaglie, interrotti da piccole radure, molto soleggiati…come alcune aree che abbiamo ricostituito alla Sciura. Dopo qualche anno i risultati sono arrivati proprio sotto i nostri occhi. Luca si è subito armato di Nikon, ha scattato alcune foto ed ha realizzato un breve filmato.
Il ramarro è un sauro della famiglia dei Lacertidi, di colore verde brillante.
La forma del corpo è quella tipica delle lucertole. Le dimensioni sono però maggiori: la lunghezza può raggiungere i 45 cm (coda compresa), anche se generalmente non supera i 25-30 cm.
Nei maschi, il dorso è verde brillante; nelle femmine è più scuro e presenta da due a quattro striature longitudinali chiare.
L'incontro con un gruppo di ramarri è avvenuto al Campo della Sciura.
Avvicinati lentamente per non spaventarli, si sono lasciati osservare per alcuni minuti permettendo di fotografarli e immortalarli in alcuni video realizzati dal Povr'om Luca Barba.